Quando Prodi voleva tagliare le intercettazioni. E ANM, Travaglio, Bonini e Di Pietro stavano zitti.

Ricapitoliamo un secondo: il ministro parla di eccesivi costi delle intercettazioni. Dice che ammontano ad un terzo delle spese della giustizia.
Si sbagliava. O meglio, ha sbagliato perchè è stato impreciso. Avrebbe dovuto invece chiarire che si trattava di un particolare capitolo del bilancio della Giustizia.
I 7,7 miliardi di cui parlano sia Bonini che Ferrarella nei loro editoriali, infatti, si riferiscono alle spese complessive del ministero, ovvero dagli stipendi degli addetti ai lavori della macchina giudiziaria (per intendersi da quello per il presidente della Corte Costituzionale fino al portiere del Tribunale di Canicattì), alla manutenzione delle carceri, fin’anche alle intercettazioni. Le quali rientrano nel più “ristretto” capitolo delle Attività Giudiziarie. Cioè quel “conto” cui possono attingere i magistrati per effettuare indagini e quant’altro per assicurare alla giustizia criminali d’ogni specie e rango.
Ebbene, quest’ultime spese per le Attività giudiziarie ammontano ad oggi, circa ad 800 milioni.
Di questi, quasi 230 milioni vengono spesi per le intercettazioni. Alias, un terzo di quel bilancio.

A ben vedere, quindi, si tratta effettivamente di un forte onere di spesa…e non di bruscolini come si vorrebbe far credere.
Espletate le puntualizzazioni, rendendo merito anche agli stessi Bonini e Ferrarella che hanno fornito l’esatta portata del fenomeno, passiamo al capitolo politico riferito sempre alle intercettazioni.

Ora, il governo nei giorni scorsi ha proposto un giro di vite sulle intercettazioni, volendo affidare ad un disegno di legge una loro limitazione.
Ne è scoppiato un putiferio; c’è stata una levata di scudi che ha coinvolto settori della magistratura, settori della stampa e l’opposizione, che ha colto l’occasione per cavalcare la protesta.
Così si minaccia il lavoro dei magistrati e la sicurezza dei cittadini.
E’ una misura criminogena.
Hanno detto.

Giusto, sbagliato? Ancora non si conoscono i termini della proposta di legge, quindi è prematuro interrogarsi sul come verrà affrontato il problema.
Rilevante è invece un altro fatto.
Ovvero…chi oggi si strappa le vesti contro Berlusconi reo di voler limitare l’attività dei pm, ieri, con ancora il governo Prodi in carica niente ha detto e niente ha fatto.

Fa un certo effetto, infatti, scoprire che nell’ultima finanziaria del governo Prodi era previsto che: “Entro il 31 gennaio 2008 il ministero della Giustizia deve realizzare un sistema unico nazionale per le intercettazioni telefoniche, dovrà monitorare i costi complessivi delle attività disposte dalle autorità giudiziarie con l’obiettivo di ridurre i costi dagli attuali 250 milioni circa a 100 milioni di euro”.
Cioè si diceva: le intercettazioni costano troppo, bisogna rivederne il meccanismo al fine di tagliarne i costi e l’uso.
Portare da 250 milioni a 100 milioni il budget suona molto simile ad una fortissima limitazione delle possibilità investigative dei pm.

Nessuno però mosse un dito. Nessuno tacciò il governo di centrosinistra di voler mettere i bastoni tra le ruote alla magistratura arrischiando così la sicurezza dei cittadini.
Nessuno, nemmeno il Di Pietro che oggi tanto si scalda.

Chiaro esempio di incoerenza.
Dalla quale comunque si evince che il problema relativo all’abuso delle intercettazioni come metodo d’indagine esiste eccome, e non è solo un vezzo privatissimo dell’attuale Premier.

Ma…andiamo avanti, perchè rispetto alle tante parole spese demagogicamente in questi giorni si scoprono tante belle sorprese.

Nei giorni scorsi hanno tirato in ballo diverse inchieste per sostenere che la “questione intercettazioni” è  deleteria, che le intercettazioni vanno bene come sono e che anzi, sono vitali.

Vediamo allora a che cosa hanno mirato e che risultati hanno avuto, negli ultimi tempi, le più famose inchieste a base di intercettazioni.

Inchiesta del 2006 su Vittorio Emanuele di Savoia. Intercettazioni chieste dal pm di Potenza Henry John Woodcock: accuse, associazione a delinquere, falso, favoreggiamento della prostituzione, riciclaggio. In 24 finiscono in carcere. Nel marzo 2007 l’indagine viene archiviata dalla procura di Como (tra i vari filoni, le slot machine del Casinò di Campione d’Italia). Il principe non è certamente uno stinco di santo, ma quanto sono costate le intercettazioni?
Passa un anno e Woodcock apre “Massonopoli”, indagine a base di intercettazioni telefoniche sui rapporti tra massoneria e politica. Il pm coinvolge le 103 prefetture italiane. Al momento, finita nel nulla.

2008: altra inchiesta di Woodcock che coinvolge l’ex ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, il comandante Ultimo (l’uomo che arrestò Totò Riina), l’agenzia di viaggi Visetour di Viterbo e gli appalti della Camorra in Campania. A che cosa è approdata? Mistero. Fatto sta che la situazione dei rifiuti (e della camorra) a Napoli e dintorni non pare averne risentito. Operazione Why not del pm di Catanzaro Luigi De Magistris. Coinvolge politici, dirigenti sanitari, affaristi vari, e tocca l’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella, sfiorando Romano Prodi. Mastella si dimette: dopo poco viene scagionato.

Un lungo passo indietro, fino a Mani Pulite. Di quella stagione che fece piazza pulita della vecchia classe politica molti ricordano le telefonate personali, sbattute a piene mani sui giornali, tra Alessandra Necci e Pierfrancesco Pacini Battaglia. Che cosa c’entravano? Nulla.

Ma non solo. Negli ultimi anni lo Stato ha ottenuto rilevanti vittorie contro il terrorismo e la mafia. In nessun dei due casi si è fatto uso (o abuso) delle intercettazioni. Molto, invece, del lavoro sul campo dell’intelligence, della collaborazione dei pentiti. Tutte cose meno comode che mettersi ad ascoltare le chiacchiere tra qualche vip e darle in pasto al guardonismo nazionale. In cambio, s’intende, di numerose comparsate televisive.

Insomma, c’è modo e modo di compiere indagini…
E sorprende che chi guarda ai risultati ottenuti non tenga nemmeno un minimo conto di quelli invece non pervenuti, che in un paese che si ispira al garantismo delle democrazie occidentali, non dovrebbero essere dimenticati.

Infine: contrariamente a quanto alcuni (i soliti) hanno insinuato, Silvio Berlusconi non propone affatto di cancellare le indagini sulla corruzione finanziaria. Chiede invece che si svolgano con i metodi tipici delle vere inchieste giudiziarie: che, come abbiamo visto proprio a proposito di mafia e terrorismo, sono tanto più efficaci quanto più si svolgono nel silenzio.

Comments
78 Responses to “Quando Prodi voleva tagliare le intercettazioni. E ANM, Travaglio, Bonini e Di Pietro stavano zitti.”
  1. donfrengo ha detto:

    pagina inesistente ViTo

  2. Anonimo ha detto:

    fai il raffronto

  3. Anonimo ha detto:

    “beh, la citazione fa riferimento ad un documento specifico…non sto a riportarlo per comodità di tempi e spazio. Se pensi sia un falso allora verificalo tu stesso. Io l’ho già fatto.
    hai solo da recuperare sul sito del senato o della camera il testo della finanziaria per il 2008 firmata dal governo Prodi e scorrere fino all’articolo 23.
    di lì è una barzelletta fare il raffronto.”

  4. Marco Caruso ha detto:

    rimarrai deluso Donfrengo…

    e comunque io su questa riforma delle intercettazioni ho già parlato parecchio anche criticando le scelte del governo…

  5. donfrengo ha detto:

    forse si è accorto che dialogare con te è come prendere sul serio Gasparri o Belpietro.

    ti è stato già spiegato che il costo delle intercettazioni puo’ essere anche AZZERATO.

    Poi che anche il governo Prodi abbia tentato di limitarle (o almeno la pubblicazione) è un altro discorso.
    Peccato che tu non affronterai mai la questione seriamente.
    Anzi adesso mi hai messo curiosità e vado a vedere se hai parlato di Consorte-D’Alema-Fassino-Forleo.

  6. Marco Caruso ha detto:

    aaaaah….ma sei Vito….

    come mai hai cambiato atteggiamento?
    mi sembravi molto più dialogante negli altri tuoi interventi…

  7. Marco Caruso ha detto:

    hai letto i links che ti ho segnalato?
    non credi nemmeno a loro?

    pace, me ne farò una ragione…non certo di vita, ma insomma, non si può pretendere che tutti vedano quando preferiscono starsene con gli occhi bendati.

    PS: potresti anche firmarti…daresti più tono alle tue requisitorie…

  8. Anonimo ha detto:

    Forniscimi il link del documento ufficiale

    Se non vedo non credo

  9. Marco Caruso ha detto:

    dice che ci saranno tagli (razionalizzazione)…quantificati poi in parecchi milioni.

    comunque, guarda, a me non piace girar troppo sui numeri e meno ancora parlare delle finanziarie……..mi son limitato a dire che mentre ci si lamentava dei tagli che il governo Berlusconi voleva operare in tema di intercettazioni telefoniche, nessuno ricordava cosa era successo in un passato talmente prossimo che sfiorava il presente.

    anche Mastella aveva proposto una riorganizzazione che passasse per un minore esborso da parte dello Stato per le intercettazioni telefoniche.

    Padoa Schioppa non si tirò indietro a quanto pare e fece anche lui la sua parte.
    legittima. Dico io.

    solo che poi, quando a parlare di necessità di ridurre i costi per questa modalità d’indagine è stato il neoeletto governo Berlusconi, apriti cielo: il problema, si diceva, non erano i costi…
    eppure, come ho dimostrato, anche nella precedente legislatura si operò per un ridimensionamento della spesa proprio in quel settore.

    perchè, allora, queste due diverse visioni nonostante l’eguaglianza dei comportamenti?

  10. Anonimo ha detto:

    Si, ma cosa dice la relazione ufficiale definitiva? Quella che tu dici ha votato anche Di Pietro?

  11. Marco Caruso ha detto:

    @ anonimo:

    qualche link.

    http://www.diariodelweb.it/Articolo/Economia/?d=20070912&id=10781

    http://www.civile.it/news/visual.php?num=45375

    http://www.mondoavvocati.it/spip.php?article468

    http://www.ilgiudicedipace.it/index.php?option=com_content&task=view&id=261&Itemid=1

    e non credo siano tacciabili di essere dei “berluscones”…

    i tagli ci sono stati, con un passaggio dai precedenti 200 e passa milioni di euro ai cento previsti dal 31 gennaio 2008 in poi…

    smentirmi? e dove, scusa?

  12. Anonimo ha detto:

    DICE SOLO QUESTO. NON SI PARLA DI TAGLI.

    SE QUESTO E’ IL DOCUMENTO UFFICIALE SMENTIRTI E’ STATO PIU’ FACILE DEL PREVISTO

    Altrimenti andiamo avanti

  13. Anonimo ha detto:

    Ma tu l’hai letto il documento ufficiale?

    Il Ministero della giustizia provvede (art. 2, commi 82 e 83), entro il 31 gennaio 2008, ad avviare la realizzazione di un sistema unico nazionale, articolato su base distrettuale di corte d’appello, delle intercettazioni telefoniche, ambientali e altre forme di comunicazione informatica o telematica disposte o autorizzate dall’autorità giudiziaria, anche attraverso la razionalizzazione delle attività attualmente svolte dagli uffici dell’amministrazione della giustizia. Contestualmente si procede all’adozione dei provvedimenti di cui all’articolo 96 del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, e successive modificazioni. Il Ministero della giustizia, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, procede al monitoraggio dei costi complessivi delle attività di intercettazione disposte dall’autorità giudiziaria

  14. Marco Caruso ha detto:

    e verificati nonchè verificabili…

    per quanto riguarda le opinioni di Di Pietro e combriccola, se hai tempo e voglia vatti a sfogliare gli archivi online dei vari quotidiani per quel periodo…

  15. Marco Caruso ha detto:

    @ anonimo: come vedi è solo una questione di opinioni, perchè i fatti son quelli già riportati…

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